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Intervista a Chiara:

Perchè uno sportello come "Parole che Curano" è necessario?

04 lug/25

Chiara, ci racconta attraverso la propria esperienza perchè uno sportello di ascolto come "Sessualità e Cancro: PAROLE CHE CURANO", possa essere importante per pazienti e loro familiari.

D: Chiara, perché pensi che un progetto come “Sessualità e Cancro: Parole che Curano” sia importante?
R
: Quando ti ammali tutti si concentrano sulle cure e sui controlli. Anche le persone più vicine difficilmente riescono a supportarti e questo perché molto spesso sono più scosse di chi deve combattere contro la malattia. La sessualità è un tema che resta un tabù: anche se cambia tutto, spesso non ne parli nemmeno con il tuo medico. Avere un luogo sicuro dove esternare le paure e capire che non sei sola non è una cosa da poco. Poter parlare con qualcuno che non esprime giudizi, ma che ti ascolta e ti supporta può essere davvero un quid pluris che fa la differenza.

D: Ti andrebbe di raccontare quali sono stati per te i momenti più difficili?
R
:La parte più dura per me è stata la diagnosi. Avevo capito che c’era qualcosa che non andava nel momento in cui, dopo la RM, il medico mi disse di sedermi e che avrebbe chiamato mia madre e il mio fidanzato (oggi marito) per parlare dell’esame appena effettuato. Ma non solo: non fu semplice capire quale fosse la scelta più giusta da fare vista l’impossibilità di intervenire chirurgicamente e la giovane età. Ricordo quanto diventai “gelosa” dei miei referti: nessuno poteva leggerli in mia assenza. Volevo fare tutto da sola e volevo decidere da sola del mio futuro. Questo poteva rappresentare un problema per chi mi stava vicino perché a volte a mia madre è capitato di pensare che non stessi affrontando con consapevolezza quel momento. Non volevo essere aiutata, preferivo stare da sola e parlare con me stessa. In quel periodo mi ha aiutato molto lo studio: per me rappresentava una valvola di sfogo, riusciva a distrarmi dalla malattia e a farmi concentrare su un obiettivo futuro.

D: Secondo te in che modo uno sportello come questo potrebbe aiutare?
R
: Poter parlare con qualcuno che ti ascolta senza giudicarti, che ti aiuta ad affrontare un momento così delicato è importante perché può darti gli strumenti necessari per vivere la vita e vedere quel problema con occhi diversi. Può essere utile anche per affrontare la malattia con chi ami. Spesso, quando viene fatta una diagnosi di natura oncologica, si suol dire che ci si ammala in due. Ecco, uno sportello come questo potrebbe aiutare anche la parte “lesa” moralmente così da poter affrontare in due un percorso tortuoso, ma nello stesso tempo ricco di insegnamenti.

D: Cosa diresti a chi leggerà questa intervista?
R
: Direi di non vergognarsi. Non c’è niente di sbagliato nel chiedere aiuto. Spesso ci sentiamo forti nell’affrontare i problemi da soli, ma in verità non è così. Si è forti quando si capisce che è arrivato il momento di farsi aiutare. Di fatto, come diceva spesso Papa Francesco, “nessuno si salva da solo”. Per vivere meglio il percorso di malattia, ma anche per affrontare la propria intimità durante questo percorso, è opportuno affidarsi e avere la possibilità di parlare con figure professionali qualificate che possono davvero fare la differenza. A chi può farlo, direi di sostenere questo progetto perché può davvero cambiare la qualità della vita di tante persone. Non solo dei pazienti, ma anche di intere famiglie.

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