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Il Maestro Stefano Bressani racconta il suo intervento in questo progetto

Ritratti di donna: una giornata dedicata alle pazienti oncologiche

04 mar/24

L’evento “Ritratti di Donna” del prossimo 8 marzo ha l’obiettivo di far passare il messaggio che le donne, dopo che affrontano una diagnosi di tumore, un percorso terapeutico e psicologico, e tornano in qualche modo a riappropriarsi della propria femminilità, hanno bisogno anche di altro, come ad esempio dell'arte in tutte le sue forme, dalla bellezza alla musica.
Da qui l'importanza di un evento di questo tipo in cui le si rende protagoniste proprio grazie all'arte e alla bellezza.

Il Maestro Stefano Bressani ci racconta come è nata insieme alla Stilista Nada Nuovo l’idea di questo défilé, questo dialogo tra l'arte e la moda

Con CNAO abbiamo iniziato già diverso tempo fa a pensare come poter collaborare e come poter creare qualcosa di unico per le pazienti.
L'idea della sfilata è nata per caso durante una telefonata ed è stata subito sposata da CNAO e dalla Stilista. Iniziando a ragionare su come poter rendere protagonisti le pazienti ho pensato subito di scegliere le immagini delle donne della mostra di Picasso, #PicassoReloaded, un grande omaggio che ho fatto a Picasso nel 2015. L'idea era quella di abbinare la tragicità di una cicatrice della malattia in antitesi ovviamente alla bellezza che quella stessa cicatrice, nella sua concezione, diventa attraverso l'arte. E quindi il trasferimento di questo concetto sulle pazienti era un qualcosa di assolutamente azzeccato. Da qui mi è venuta l’idea di dare un messaggio ancora più forte, vestire le pazienti utilizzando le lenzuola dell'ospedale.
Il lenzuolo dell'ospedale che, anch'esso per sua accezione è un qualcosa che si associa a un periodo/evento brutto, diventa bellezza grazie alla tecnica della stilista e dopodiché daremo colore all'abito: Le creazioni realizzate con le lenzuola bianche, si trasformeranno in sculture di bellezza grazie alle proiezioni delle mie opere. Quindi la “modella” stessa, la paziente, sarà non solo modella, ma scultura vivente che attraversa la passerella in una sorta di “rinascita”.
In questo evento così concepito c'è una fusione completa con quello che poi è il senso della mia scultura, io lavoro su temi che sono assolutamente attuali con una tecnica unica al mondo che mi è stata riconosciuta, lavoro con i tessuti che fanno parte di una concezione di riciclo di sostenibilità per l'ambiente. I tessuti arrivano da capi di abbigliamento che io compro e ai quali dò una seconda possibilità.
Questo è un parallelismo che possiamo fare anche con le “modelle” pazienti perché il post malattia, che in questo caso diventa la sfilata, rappresenta una seconda possibilità per loro di rinascere.

 

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