Dalla Scuola al Sincrotrone del CNAO in LEGO
L'Entusiasmo di Stella e Giada per l'Innovazione
16 apr/25

22 Aprile - Giornata Mondiale dell’Innovazione e della Creatività: diamo voce a Stella e Giada, due studentesse del Liceo Scientifico “Racchetti da Vinci” di Crema, che ci hanno raccontato della loro visita guidata al CNAO e di come hanno deciso di realizzare un modellino del sincrotrone attraverso l’utilizzo dei LEGO.
Negli scorsi mesi avete preso parte a una delle visite guidate che vengono organizzate per le scuole durante i fermi di manutenzione programmata, qual è stata la parte più interessante della visita al CNAO e quali aspetti della tecnologia o della ricerca vi hanno più sorpreso?
Stella: La parte più interessante per me, paradossalmente, è stata anche l’unica imprevista. Non appena siamo arrivate al CNAO con la classe, mentre aspettavamo di poter iniziare la nostra visita guidata, abbiamo scoperto che nell’atrio era stato collocato un plastico del sincrotrone, dotato di legenda e led, cosi Giada ed io ci siamo messe a premere tutti i pulsanti per capire come funzionasse. E’ stato proprio in quel momento che una volontaria della Croce Rossa ci si è avvicinata e gentilmente ha iniziato a spiegarci tutto quel che sapeva sul sincrotrone, svelandoci già quello che avremmo scoperto poco dopo. Nell’entusiasmo delle sue parole e nella luce che aveva negli occhi abbiamo colto tutta la sua passione per il proprio lavoro ed il suo orgoglio per un’eccellenza della ricerca italiana nella quale anche lei poteva fare la propria parte. Forse è stato proprio lo stupore che abbiamo provato in quel momento che ci ha fatto venire l’idea di creare un modellino a nostra volta. E’ stato meraviglioso vedere una donna, che probabilmente lavora lì da anni, entusiasmarsi ancora nel raccontare con passione a dei giovani studenti le potenzialità della ricerca e dell’innovazione al CNAO.
Un’altra delle parti più affascinanti della visita è stata sicuramente la presentazione iniziale nella sala conferenze, durante la quale medici che lavorano nella struttura ci hanno illustrato la sorprendente tecnologia avanguardistica del CNAO e tutto ciò che esso fa ogni giorno per salvare vite. Poter scoprire, prima di vedere il sincrotrone, come i fasci di particelle da esso generati vadano ad agire a livello microscopico del paziente e soprattutto scoprire i sorprendenti vantaggi che una simile terapia oncologica garantisce è stato davvero incredibile, soprattutto anche perchè concetti complessi e meccanismi sofisticati ci sono stati spiegati con semplicità e logicità, così che potessimo davvero comprendere fino in fondo e rimanerne stupiti.
Giada: La parte più interessante della visita per me è stata la spiegazione del sincrotrone, il cuore del CNAO, dove le particelle vengono accelerate per poi essere mandate nelle sale mediche. Gli ingegneri e i tecnici presenti durante la visita ci hanno spiegato nel dettaglio le componenti del sincrotrone, ognuna fondamentale per la produzione del fascio di particelle. Inizialmente da una balconata abbiamo visto l'anello dall'alto, poi abbiamo potuto comprendere anche le funzioni interne delle singole componenti; la formazione del fascio così preciso avviene grazie a processi dell'elettromagnetismo, che grazie a campi elettrici e campi magnetici accelerano e deviano le particelle. Sono rimasta affascinata nel vedere come la teoria, le leggi e gli esperimenti che ho studiato in questi ultimi anni a scuola sono stati applicati in questa struttura per la creazione del sincrotrone e come quest'ultimo è stato poi messo a disposizione della medicina per la cura dei tumori.
Come mai avete scelto di riprodurre il sincrotrone e le sale di trattamento utilizzando il LEGO?
Stella: Beh in realtà non abbiamo dovuto pensarci molto… Terminata la visita, una volta ritornate sul pullman che ci avrebbe riportato nella nostra città, Crema, ci siamo guardate e come al solito è bastato uno sguardo per capire che tutto quell'entusiasmo e stupore che la visita al CNAO ci aveva regalato non poteva semplicemente esaurirsi lì, e poi è nata da sè l’idea del modellino, naturalmente con i LEGO, ma forse è meglio che sia Giada a spiegarvi perchè proprio i LEGO….
Giada: La mia famiglia è sempre stata un’amante dei mattoncini LEGO e negli ultimi anni abbiamo cercato di creare qualcosa di nuovo partendo dai pezzi che già avevamo. Per questo motivo appena abbiamo deciso di riprodurre il modellino ho pensato che potesse essere divertente provare a farlo con questi mattoncini colorati. Abbiamo poi preso in considerazione l'idea di farlo con il legno, con il cartone, o con altri materiali ma sicuramente non ci saremmo appassionate così tanto come con i Lego che ci hanno riportato bambine.
Come avete affrontato la progettazione del modello in LEGO? Quali sfide avete incontrato?
Giada: Il pomeriggio stesso della visita al CNAO abbiamo iniziato la costruzione partendo dalla ricerca dei pezzi che più potessero rappresentare le varie componenti. Per un paio di settimane ci siamo viste quasi tutti i pomeriggi per andare avanti nella costruzione, prima del sincrotrone, poi delle sale mediche e della sala sperimentale e infine l'aggiunta delle lucine e degli omini.
In totale ci abbiamo messo all'incirca quindici ore di lavoro, in cui abbiamo costruito, disfatto e rimontato il modellino per renderlo sempre più bello e fedele alla realtà. La ricerca dei pezzi è stata meticolosa per scovare quei pezzettini, anche i più piccoli e nascosti ma fondamentali per la realizzazione. Abbiamo avuto anche dei momenti di sconforto, in cui sembrava che nessun pezzo potesse andare bene, ma non abbiamo mai pensato di abbandonare il nostro obiettivo e quando finalmente abbiamo visto il risultato finale ci siamo rese davvero conto del capolavoro che avevamo creato.
Secondo voi, in che modo progetti come il vostro possono contribuire a rendere la scienza più accessibile e interessante per altri ragazzi della vostra età?
Stella: Progetti come questo, nella loro leggerezza coinvolgente, hanno il potere di trasmettere e divulgare contenuti scientifici con la semplicità di un gioco. Ad esempio Giada ed io abbiamo presentato questo modellino come progetto per la Giornata della Scienza, si tratta di una giornata all’insegna della fisica, della matematica, della chimica o biologia e molto altro, organizzata annualmente dalla nostra scuola nel mese di Marzo. Durante questa giornata che si svolge tra gli storici chiostri del museo della nostra città, ciascuno studente con la propria classe ha l’opportunità di mettersi in gioco, sviluppando un progetto scientifico che poi presenterà sotto forma di gioco o semplice spiegazione al variegato pubblico.
La nostra scuola ha anche ricevuto un riconoscimento dal CERN nel 2022 proprio per il valore sociale di tale iniziativa, il premio ITP, per aver coinvolto un pubblico eterogeneo che supera di molto il “reach” medio dei progetti scolastici standard.
In effetti durante questa giornata, che quest’anno si è tenuta il 13 Marzo, Giada ed io con i nostri compagni di classe abbiamo illustrato il modellino a coetanei, bambini ed adulti. La parte migliore di questa esperienza è stata vedere lo stupore dipinto sul volto dei visitatori, che ci ha fatto capire quanto la Scienza sia magicamente capace di stupire se narrata con l’entusiasmo contagioso di chi vi è davvero appassionato. Ciascun visitatore si avvicinava allo stand attirato dai LEGO e poi se ne andava con una conoscenza nuova sugli acceleratori di particelle, sulla medicina oncologica e sulle potenzialità della ricerca scientifica applicata alla vita.
Perciò il vero segreto di questi progetti e ciò che di essi rende la Scienza accessibile ed interessante ai nostri coetanei, ma non solo, è proprio quell’entusiasmo genuino che viene infuso in essi e che traspare inevitabilmente quando questi si aprono al pubblico creando un coinvolgimento spontaneo.
Un ruolo importante in tutto ciò lo svolge la nostra scuola, il “Racchetti-da Vinci” di Crema, ed il nostro Dirigente Scolastico, il professore Claudio Venturelli, che con convinzione sostiene e promuove iniziative che si realizzano grazie all'impegno e alla competenza di tutti gli insegnanti. La visita al CNAO infatti non è stata l’unica iniziativa di questo tipo che la scuola ci ha offerto. Quest’anno le varie classi hanno avuto la possibilità di visitare l’interferometro di Virgo, il centro Elettra, il radiotelescopio di Medicina, oltre che assistere alla conferenze di fisica moderna del professor Marco Maggiora e della professoressa Margherita Obertino o visitare l’Università Cattolica di Cremona per partecipare ad un progetto di laboratorio in biotecnologie e molto altro ancora…
Se doveste spiegare il vostro progetto a qualcuno che non conosce la scienza, come lo descrivereste?
Giada: Sicuramente lo descriveremmo con entusiasmo, lo stesso entusiasmo che ci ha travolte durante la visita qui al CANO e che ci ha portate alla realizzazione del modellino.
Secondo noi è l'ingrediente fondamentale per una spiegazione e infatti lo abbiamo usato per coinvolgere ognuna delle persone che si è fermata davanti al nostro modellino durante la Giornata della Scienza organizzata dalla nostra scuola. Abbiamo cercato di far capire l'importanza di questo centro a livello medico e di ricerca, sottolineando il valore che ha nel salvare vite umane soprattutto quelle dei bambini, evidenziando come l'attenzione verso quest'ultimi ha portato alla creazione di aree dedicate a loro e attività creative in cui si colora la maschera termoplastica usata durante la terapia. Abbiamo poi spiegato come viene sottoposto il paziente alla terapia e infine abbiamo descritto il sincrotrone in modo semplice per renderlo comprensibile a tutti.
Questa esperienza ha influenzato le vostre aspirazioni future in ambito scolastico o professionale? In che modo?
Stella: Sì, quest’esperienza ha decisamente influenzato le mie future aspirazioni. In realtà sono sempre stata molto affascinata dall’ambito medico e la fisica è la mia materia preferita sin dalla prima liceo. Ma è stato proprio dopo la visita al CNAO che ho scelto con convinzione di studiare ingegneria biomedica al Politecnico di Milano l’anno prossimo, perché la Scienza, la ricerca, la fisica sono estremamente affascinanti, ma nel momento in cui questi studi e calcoli trovano concretamente applicazione nella nostra vita, fino addirittura salvare vite, ecco io penso che questo sia davvero il traguardo più grande, qualcosa che possa davvero dare un senso a determinate figure professionali. La prima volta che ho sentito parlare del CNAO è stato l’anno scorso, a scuola. Durante una normale lezione di Scienze, la nostra professoressa Paola Rebessi ha voluto discostarsi momentaneamente dal programma per raccontarci qualcosa di più di quello che un semplice libro può trasmetterci e così ci ha descritto l’innovativo sistema di terapia adronica del CNAO, sottolineandone la straordinarietà ed il carattere innovativo. A quel punto tutta la classe si è immediatamente incuriosita, le abbiamo fatto mille domande e la risposta si faceva di volta in volta più affascinante a ciascuna di esse. Insomma, quel giorno me ne son tornata a casa con un nuovo sogno nel cassetto. Qualche giorno dopo, la nostra professoressa coordinatrice Marzia Abati ci ha annunciato che ci avrebbe portato in gita al CNAO e così è stato, un anno dopo questo sogno si è realizzato e il giorno dopo la visita avevo deciso: ingegneria biomedica. Perciò sì, questa esperienza è stata determinante, mi ha permesso di scoprire nuovi orizzonti e di osservare da vicino, dall'interno, questo mondo sorprendente.
Il 21 Aprile è stata la Giornata Mondiale dell’Innovazione e della creatività, alla luce del vostro progetto, cosa significa per voi creatività e innovazione?
Stella: Creatività ed innovazione sono un connubio inscindibile, fare appello a tutta la propria creatività finalizzandola, attraverso la ricerca, all'innovazione e alla scoperta è ciò che di più nobile possa fare un uomo o una donna di Scienza.
La soggettività della creatività sembrerebbe qualcosa di disgiunto ed inapplicabile all’oggettività della Scienza, eppure è proprio grazie ad essa che è possibile l’innovazione. Inoltre, la creatività e l’inventiva applicate alla divulgazione scientifica rendono la Scienza accessibile e conoscibile a tutti.
Giada: Infatti nel 2007 la ricercatrice Geogette Yakman ha aggiunto la A di arte, al precedente acronimo STEM (science, technology, engineering and mathematics) creandone uno nuovo: STEAM. Nelle materie scientifiche quindi viene inclusa anche l'arte intesa non in senso stretto, ma con l'obiettivo di includere creatività e immaginazione, che possono essere usate sia a favore dell'innovazione e del progresso che nella divulgazione, proprio come abbiamo fatto noi.
È stato molto importante per la realizzazione del modellino e anche di altri progetti che abbiamo fatto nel corso di questi anni al liceo, ad esempio la partecipazione a concorsi nazionali dell'INFN con la creazione di video e podcast divulgativi, l'unione della nostra passione per le materie scientifiche e la creatività di entrambe che ha portato ad una proficua fusione di idee.
Stella: Vero! La collaborazione e la spontanea unione di idee è stata fondamentale per noi, nel nostro piccolo, ma lo è anche in grande, in centri importanti come il CNAO. In effetti durante la visita qui siamo rimaste colpite proprio dalla multidisciplinarietà dell'equipe che ci lavora: medici, ingegneri, fisici, tecnici, manutentori e tanti altri… Ognuno offre il proprio contributo e le proprie competenze. La collaborazione è la chiave per l’innovazione, perché quella scientifica deve essere una comunità prima di tutto umana ed unita.